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La vetrina dei segreti

A cura di Marina Carbone, 10 giugno 2018

Né mobilio, né stoviglie né materazzi, senza indumenti né calzature


Questi documenti sono conservati presso l'Archivio Provinciale di Massa Carrara.

Per informazioni sul progetto: m.carbone@provincia.ms.it - 3201140420

Non possedere più “mobilio, stoviglie e materazzi”, avere 6 figli “senza indumenti né calzature”, tornare dalla prigionia e ritrovarsi in “miserrime condizioni”, esser costretti a presentare un Certificato di povertà perché la propria miseria sia ufficialmente riconosciuta e il sussidio concesso.

La serie della Commissione per la precedenza nella liquidazione dei danni di guerra raccoglie migliaia di domande di cittadini apuani che nel 1946, 1947 e 1948 hanno chiesto aiuto per  ottenere un risarcimento per i danni di guerra. Le loro storie, simili e diverse, raccontano di prigionia, di rastrellamenti, di malattie e disoccupazione, di dispersi e di caduti in guerra ma soprattutto di miseria.

Nata nel febbraio del 1946 su provvedimento della Prefettura (n. 814 del 4-2-1946), la Commissione suddetta ebbe sede presso l’Amministrazione provinciale. Riporta la Relazione sull’attività della Deputazione provinciale edita nel 1951: “ne presero parte le Associazioni combattentistiche, le Associazioni dei mutilati, dei Partigiani, della Camera confederale del lavoro, dei Liberi Sindacati, della Curia Vescovile e della Deputazione provinciale”. Sempre la relazione precisa che fu una legge statale del 1940 ad istituire il risarcimento per i danni di guerra. Ma nel 1946 le domande presentate all’Intendenza di Finanza [oggi Agenzia delle Entrate] erano oltre 40 mila su una popolazione che sorpassava di poco le 200 mila unità. Il disagio e la sofferenza erano tali che la popolazione, priva del necessario per vestirsi e dormire, arrivò ad assalire gli Uffici preposti dell’Intendenza di Finanza. La Commissione così istituita cercò di esaminare e accelerare le pratiche dal 1946 fino al 1948, quando cessava la propria attività perché “risolti i compiti demandatile”.

I documenti nuovamente portati alla luce dell’Archivio storico provinciale, tra non molto consultabili dagli utenti, sono oggi ricchi di informazioni storiche, sociali e familiari, utili a ricostruire ulteriormente la storia del territorio apuano e delle singole famiglie e storie personali in un momento così critico mai troppo lontano per essere dimenticato.

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