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La vetrina dei segreti

A cura di Monica Nocentini, 10 dicembre 2014

Stampa de L'Uccellatore

D. Induno, L'uccellatore
Incisione dal dipinto esposto nel 1850

Questo documento è conservato dall'Archivio della Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, Firenze

L’archivio della Società delle Belle Arti di Firenze conserva una tipologia documentaria  preziosa ed  unica, frutto dell’attività specifica del sodalizio, nato nel 1843 per promuovere le belle arti, incrementandone la produzione e la diffusione. Si tratta di un album in cui sono rilegate tutte le stampe che, annualmente, venivano distribuite ai soci, in virtù di una norma inserita nel primo statuto della Società.

In occasione della prima delle due mostre documentarie organizzate dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana su periodi significativi della vita della suddetta Società delle Belle Arti, ossia Patria Nostra maestra nelle arti – da Firenze all’Italia: produzione artistica nella esposizioni della Società delle Belle Arti (1843 -1861), sono state esposte alcune delle suddette stampe, tra cui L’Uccellatore tratta dall’omonimo dipinto di Domenico Induno, esposto alla Promotrice fiorentina del 1850, come risulta dal Catalogo dell’Esposizione solenne della Società delle Belle Arti di quell’anno, dove compare nella terza sala al n. 21.

La stampa è una fonte storica di primaria importanza, in quanto testimonianza  di un originale, la cui ubicazione ad oggi è ignota. Essa rappresenta anche la traccia visiva, sopravvissuta tra le carte della Società delle Belle Arti, del soggiorno fiorentino dell’artista lombardo, iniziato probabilmente nei primi mesi del 1949. In questa città il pittore partecipa alle mostre della Società Promotrice: nel 1849 con i Contrabbandieri e La macchia d’inchiostro e, l’anno successivo, con l’opera L’uccellatore, appunto, la quale viene scelta dalla giuria artistica per essere incisa.

Giudicata dalla critica la prima pittura di genere dell’Induno, L’uccellatore è un esempio della produzione artistica con la quale l’autore si prefigge il compito morale e civile di raccontare certi aspetti di una realtà misera e sventurata per sensibilizzare il pubblico contemporaneo, sia colto che meno, facendo leva sulla pietà che inevitabilmente suscitano scene di questo tipo.

Il cortile chiuso da una parete diroccata parzialmente rivestita con assi lignee malamente inchiodate l’una sull’altra ed un angolo di cielo in lontananza visibile oltre  i tetti di un nucleo abitato, costituiscono lo scenario povero e trasandato ideale per ambientare la scena. Vi è rappresentato un uomo seduto su un masso di pietra, vestito poveramente e con la testa reclinata sulla spalla sinistra, catturato nell’attimo in cui chiude gli occhi mentre attrae l’interesse di quattro bambini i quali, intorno a lui, lo guardano incuriositi e divertiti. L’uomo tiene in mano una gabbia per volatili ed un bimbo in primo piano sta giocando con uno strumento di lavoro che l’uccellatore ha appoggiato in terra, vicino ad un sacco di stoffa e ad altri strumenti del mestiere. Sulla sinistra si legge la firma e la data 1850.

Nel Prospetto dei premii e premiati ed opere scelte il 6° anno sociale, della Società fiorentina delle Belle Arti si legge  che L’Uccellatore di Induno Domenico è acquistato dal sig. Fermi Abramo per un valore di 800 lire toscane. Detto acquirente essendo il vincitore dell’8° premio di lire toscane 300, per aggiudicarsi l’opera ne aggiunge altre 500.

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