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I terrilogi di Castelnuovo di Garfagnana

a cura di Sara Moscardini, gennaio 2016

Domenico Cecchi da Castiglione

Note sulle misurazioni di Domenico Cecchi
dal Terrilogio castelnuovese (1737)

Domenico Cecchi, autore del secondo dei terrilogi, ebbe una vita assai avventurosa, come testimoniano in particolare le carte dell'Archivio di Stato di Lucca. Nato nel 1678 a Castiglione di Garfagnana, vicaria lucchese circondata dallo Stato estense, a circa venti anni si iscrisse alla scuola di cartografia e agrimensura dell’Offizio delle Fortificazioni di Lucca; molta influenza ebbe su di lui il lavoro del concittadino e cartografo Giovan Battista Pieri, di cui fu assistente nella misurazione dei confini tra Villa Collemandina e Mozzanella.

Nel 1714 il Cecchi era fra gli eletti nel parlamento di Castiglione col grado di Sergente; in questi anni realizzò i suoi primi lavori: un terrilogio per l'Opera di San Michele di Castiglione e uno per il Comune, a causa del quale venne spesso a scontrarsi con le autorità cittadine, in particolare col commissario Nicolini. A questi lavori seguirono negli anni successivi altri trentasette terrilogi per chiese e comunità della Garfagnana modenese e per Barga fiorentina, la prima carta corografica della Garfagnana, le carte militari della fortezza di Castiglione per l’Offizio delle Fortificazioni di Lucca, mappe di confini per conto dell’Offizio delle Differenze della Repubblica. 

Nel 1728 il Cecchi, divenuto Camarlingo Generale della vicaria, venne accusato di aver tradito la Repubblica con l'aver fornito informazioni e mappe alla confinante Modena; di fronte all'imminente condanna, decise di riparare nella estense Castelnuovo di Garfagnana, dove conseguì la patente di perito agrimensore. Soggiornò prima qui e poi a Barga, producendo terrilogi per quelle due comunità.

Continuò a lavorare e ricevere incarichi a Modena; poi, per riavvicinarsi alla famiglia e cercare di salvare i beni confiscati in Castiglione, si stabilì a Pieve Fosciana, da dove cominciò a tessere una rete di contatti con Lucca per ricevere la grazia. Nel giro di pochi anni, cadute nel vuoto tutte le sue istanze, diede alle stampe una "Informazione" in cui forniva la propria versione sulle vicissitudini che lo avevano visto protagonista. Continuò a lavorare fino alla morte nel 1745.

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