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I terrilogi di Castelnuovo di Garfagnana

a cura di Sara Moscardini, gennaio 2016

Il terrilogio del 1532

Particolare di un appezzamento di terreno sulla piana di Pieve Fosciana
Terrilogio del 1532

Il terrilogio più antico, risalente al 1532, è un registro di grande formato che conta 10 carte, scritte sia sul recto che sul verso e corredate da una numerazione posteriore. Privo di coperta, è conservato in una cartella di pelle. I contenuti sono quelli tipici del terrilogio, anche se la scarsità di disegni o piante non lo renderebbe tale.

La prima pagina è aperta dalla dicitura Luogi pietosi. YHS . An[n]o D[omini] 1532. Luoghi pietosi, in inchiostro nero e rosso. Segue sulla sinistra della pagina l’elenco di una serie di chiese ed altari, vale a dire: La chiesa di S[anto] P[ietro] di Castelnuovo e S[an] B[ar]t[olome]o e S[ant]o Ant[oni]o e S[an] L[…]do e S[ant]a Lucia e S[ant]a Maria del Piano a oniti i[n]sieme; andando avanti nella lettura, si scopre che non tutti questi enti compaiono all’interno del terrilogio, mentre ve ne sono altri non nominati in apertura.

A questo punto inizia l’elenco dei beni veri e propri, in base all’ente di appartenenza. I possedimenti sono un centinaio: ci troviamo di fronte a quarantaquattro campi, trentuno prati, diciannove tra selve e boschi, due vigne e due “piagge” (i punti di secca presenti lungo il fiume Serchio).  

Per ogni appezzamento di terreno si forniscono alcune informazioni quali il luogo di ubicazione , le dimensioni, la descrizione dei confini (laddove possibile con indicazioni legate ad edifici e strade, altrimenti con i nomi dei confinanti); talvolta la notizia è corredata da un disegno geometrico che ne delinea appena la forma. I campi, coltivabili o alberati , presentano su di sé manufatti quali case, metati o capanne; stessa cosa vale per i prati, le selve e le boscaglie o “cerrete” (da cerro, cioè quercia).

Il primo degli enti illustrati è la chiesa parrocchiale di San Pietro, che conta trenta appezzamenti di terreno, di cui venti campi, sei prati, due isole, una selva e una vigna. All’interno della chiesa vi sono poi due altari, i cui possessi appaiono indipendenti: all’altare di Santa Lucia spettano una selva e un campo; all’altare di San Bartolomeo nove campi, cinque prati, tredici selve, una vigna. 

Seguono i possessi dell’Opera di San Pietro: otto campi, dodici prati, tre selve, più la chalonicha (canonica) co[n] piu istanzie e co[n] orto e p[er]gole i[n] l[uogo] detto i[n] Castelnuovo, da L[evante] co[n]fina le mura castellane, a Meridione ditt[e] mura el chiasso, a p[onente] el cimiterio e la strada, a s[ettentrione] el monisterio.

Chiude la chiesa di San Nicola che annovera sei campi, otto prati, una selva, e una casa e campi e orto e vignia e frutti e p[er]gole e selva e noce e prado e boschi co[n] la chiesa di San Nic[olao] sop[r]a di sé.