Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

Visita un archivio

L'Archivio Pucci

L'Archivio Pucci

Archivio Pucci

Indirizzo: Via dei Pucci, 4 - 50122 Firenze

Questo testo è tratto da L'Archivio Pucci, a cura di D. D'Agostino, in «Quaderni di Archimeetings», n. 5, 2005.

Puoi trovare la versione integrale in formato pdf sul sito ANAI Toscana

Non sono poche le famiglie gentilizie fiorentine che ancora possiedono e abitano le case fatte costruire dai propri antenati nella prima metà del Trecento. Nello spazio urbano a nord della Cattedrale di Santa Maria del Fiore questa continuità può essere osservata su Palazzo Pucci che comprende ancora un intero isolato tra la via omonima, via dei Servi e via Ricasoli. E qui, dove ancora abitano e lavorano i discendenti di quell’Antonio di Puccio che aveva comprato il terreno e le case sulle quali progressivamente presero corpo i diversi edifici che oggi compongono il complesso dei palazzi Pucci, si conserva l’archivio del ramo della famiglia ancora esistente.

I primi componenti della famiglia Pucci giunsero a Firenze dal vicino contado nel XII secolo e si insediarono nel quartiere di Santa Croce. Sul fianco sud della Basilica, quello oggi inglobato nel loggiato che precede la Cappella dei Pazzi, è ancora ben visibile lo stemma più antico della famiglia. In seguito un ramo della casata trasferì la sua dimora nel popolo di San Michele Visdomini. Antonio Pucci, iscritto all’arte dei legnaioli, componente degli Otto di Guardia e di Balia, fu il capostipite dei quattro rami di questa grande famiglia fiorentina che lasciò, e ha continuato a lasciare fino in tempi a noi prossimi, tracce importanti nella vita pubblica della città. La carriera politica vicina ai Medici consentì al figlio Puccio di accumulare un ingente patrimonio, ulteriormente incrementato dal figlio Antonio. Accanto alla politica, la carriera ecclesiastica era come noto un canale obbligato per mantenere (e accrescere) prestigio e ricchezze. Da Firenze, dal vescovado di Pistoia e dalla ricca Propositura di Sant’Andrea a Empoli, le ambizioni della famiglia trovarono coronamento nei cardinalati di Lorenzo e di Antonio. La continuità della discendenza fu assicurata attraverso le generazioni; i vari membri ricoprirono spesso ruoli rilevanti nell’ambito della vita sociale, culturale e politica fiorentina, compresi gli ultimi rappresentanti di questa famiglia, Emilio e Puccio. Il primo ha lasciato in eredità alla figlia Laudomia il marchio della prestigiosa casa di moda che porta il suo nome. Il secondo, Puccio Pucci, che abita ancora oggi il palazzo di famiglia ed è l’attuale custode dell’Archivio famigliare, ha reso certa la discendenza del proprio nome.

L’Archivio Pucci, conservato al primo piano del Palazzo, è costituito complessivamente da 1611 unità archivistiche: esse documentano la storia di un ramo della famiglia, quello di Giulio di Saracino, per un periodo di tempo che va dal 1401 al 1930. Come per altri archivi fiorentini, anche per l’Archivio Pucci il Settecento ha rappresentato il secolo del primo sistematico intervento di ordinamento con la conseguente creazione di strumenti di consultazione, quali inventari, spogli, trascrizioni. Ad essi pose mano, su commissione di Orazio Roberto Pucci l’erudito e antiquario granducale Giovan Battista Dei. Dopo diversi passaggi si è recentemente giunti, sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Archivistica per la Toscana e in particolare della dott.ssa Elisabetta Insabato, ad una nuova e più completa inventariazione dell’Archivio, che comprende, oltre all’archivio proprio della famiglia, due fondi che sono sempre stati considerati come nuclei di documenti a sé stanti, vale a dire le carte raccolte dal canonico Orazio Giovanni (1776-1855) e il fondo relativo alla famiglia Della Rena. 

Due sono le serie principali in cui il Gotti suddivise il fondo Pucci e che sono state sostanzialmente conservate nella loro integrità: le Filze Documenti e quelle indicate con il nome di Miscellanea, le prime ordinate cronologicamente, le seconde per temi. La serie delle Filze Documenti comprende varie tipologie di documenti che coprono un arco cronologico che va dal 1404 al 1854: si tratta di testamenti, scritte di parentadi, livelli, censi, registri di contabilità, ricevute di pagamenti, lettere, atti di cause, contratti d’acquisto e vendite. È in questa serie che si trovano i documenti più importanti al fine della ricostruzione della storia genealogica dei Pucci e non mancano manoscritti, spogli e repertori utilissimi a questo scopo. Si segnala inoltre la presenza di una davvero cospicua raccolta di lettere di vari personaggi illustri che carteggiarono con i Pucci tra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento. L’altra grande serie, Miscellanea, offre una mappatura pressoché completa di quelli che erano i principali interessi economici e familiari dei Pucci: Beni di Roma e Venezia, Baliato di Bologna, Ipoteche e Cambi, Cause, Contratti e Inventari. Il Gotti aveva poi organizzato in due sezioni distinte l’imponente massa di documenti relativi alla gestione del patrimonio, distinguendo l’Amministrazione del patrimonio dall’ Amministrazione dei beni di campagna.

Come detto sopra, due altri fondi fanno parte dell’Archivio Pucci: quello ‘personale’ di Orazio Giovanni, canonico della Metropolitana fiorentina che in 13 filze fece raccogliere da Consalvo Petrai, probabilmente suo segretario, i documenti relativi all’amministrazione del proprio patrimonio e quelli che riguardavano la sua carriera ecclesiastica, e le carte della famiglia Della Rena, pervenute a metà Settecento attraverso il matrimonio di un Pucci con Marsilia di Antonio Gioia.

Photogallery