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Gli archivi della scuola costituiscono un patrimonio archivistico stratificato nel tempo e di insostituibile valore poiché conservano la memoria dell’attività didattica nelle sue più specifiche articolazioni ed al contempo consentono di ricostruire la storia culturale e sociale dell’istruzione pubblica italiana sia in ambito locale sia nazionale. Basti pensare ai Conservatori per l'educazione femminile che, creati da Pietro Leopoldo nel 1785 con compiti di assistenza e di educazione delle fanciulle, hanno prodotto un patrimonio archivistico di grande interesse per la storia dell'istruzione femminile; inoltre, avendo ereditato patrimonio e funzioni di antichi monasteri, spesso ne acquisirono anche le carte. Lo scopo della conservazione di tali archivi è quello di tutelare i diritti dell’istituzione, del personale stabilmente o temporaneamente in servizio, degli allievi e dei cittadini titolari di interessi legittimi, ed infine di consentire la ricerca storica.

Tali archivi, soprattutto nel caso degli istituti scolastici elementari e medi (inferiori e superiori) sono solitamente conservati presso gli enti che li hanno prodotti e per la loro conservazione e consultazione è possibile fare riferimento al quadro normativo indicato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica.

Più complessa la situazione degli archivi universitari, spesso plurisecolari, che possono essere conservati sia presso l'istituzione che li ha prodotti, come ad esempio nel caso dell'Università di Siena, oppure essere depositati presso gli Archivi di Stato competenti, come ad esempio le carte dell'Università di Pisa, depositate per la sua sezione storica, presso l'Archivio di Stato di Pisa.

Inoltre queste istituzioni hanno assunto con l'andare del tempo anche la funzione di collettori di archivi, in primis quelli di famiglia e persone che, legati all'istituto per motivi diversi, vi hanno depositato le proprie carte. Ma non solo: ad esempio, a testimonianza di quanto sia variegato il nostro panorama, all'interno di alcuni archivi universitari è possibile trovare anche le carte di associazioni benefiche e di ospedali.

In questo contesto si segnalano le principali banche dati e pagine disponibili sul web dedicate agli archivi delle istituzioni di ricerca:

 

ArchiBridge, gli archivi delle biblioteche universitarie senesi

Il progetto ArchiBridge mette a disposizione sul web gli inventari degli archivi conservati presso le biblioteche dell'Ateneo e presso la biblioteca comunale degli Intronati di Siena.

Attraverso il portale è possibile consultare alcuni fondi di estremo rilievo per la storia ed il territorio senese (tra gli altri, archivio dell'Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo, archivio della famiglia Bacci Bandinelli) e più in generale di esponenti del mondo della cultura come Fabrizio de André o di Franco Fortini.

 

Chartae, gli archivi delle biblioteche universitarie fiorentine

All'interno del portale Chartae sono raccolti numerosi fondi archivistici conservati dal Sistema Bibliotecario dell'Università di Firenze ed in particolar modo dalle biblioteche di Biomedica, Scienze, Scienze Sociali, Scienze Tecnologiche ed Umanistica.

Il materiale che compone questi fondi è molto eterogeneo. La presenza di alcuni fondi familiari (ad esempio Targioni Tozzetti) si affianca ad un consistente numero di fondi di personalità diverse per formazione ed attività (Marcello Piacentini, Pasquale Villari etc.) ha fatto sì che all'interno dell'archivio si trovino diverse tipologie di documenti che vanno da carteggi a disegni, da diari a fotografie, fino a bozze dattiloscritte e carte geografiche.

 

Scuola Normale Superiore, Pisa - Centro archivistico

Istituito nell'ottobre 2013 il Centro archivistico della Scuola Normale ospita, oltre all’archivio storico della Scuola, ordinato per la prima volta nel 1988, ed ad una parte del fondo del Collegio Puteano, numerosi archivi di personalità della cultura dell’800 e del ‘900 acquisiti grazie a lasciti testamentari, doni, depositi ma anche e soprattutto grazie ad una mirata ed attenta politica di acquisti. Il portale del centro archivistico consente così conoscere ed approfondire la storia e le peculiarità dei fondi conservati presso l'istituto, molti dei quali provengono da personalità legate alla Scuola come Enrico Betti, Alessandro D'Ancona, Ulisse Dini, Luigi Bianchi e Gilberto Bernardini.

Materiali archivistici sono stati donati o acquistati dalla Scuola già nell'Ottocento, ma agli anni '80 del Novecento risalgono due depositi di particolare rilievo: l'archivio D'Ovidio (depositato nel 1986), e soprattutto l’archivio Salviati (depositato nel 1984) la cui documentazione è espressione e testimonianza delle attività svolte dalla celebre famiglia di mercanti e banchieri fiorentini.

 

Scuola Sant'Anna, Pisa - archivio storico

L’archivio storico nasce nel 1786 quando il Pio Conservatorio di Sant’Anna viene dotato dei beni espropriati ai soppressi monasteri pisani di S. Martino, S. Giuseppe, S. Elisabetta, oltre che delle proprietà del Monastero di S. Anna.
Il Conservatorio ottenne non solo le proprietà immobiliari ma anche le carte di ciascun monastero che andarono così ad aggiungersi a quelle prodotte dal nascituro Conservatorio.

Durante l’avvicendamento dei vari organi di governo che si sono succeduti alla direzione del Conservatorio, fino ad arrivare alla Scuola Superiore Sant’Anna di Studi Universitari e Perfezionamento, i fondi sono stati mantenuti in buono stato di conservazione e ordinamento grazie alla serie di interventi di riordino operati a partire dalla fine del XIX secolo.

Lo studio delle carte contenute nell’archivio delinea un tracciato storico che dalla vita economica e sociale di un monastero del XV secolo arriva fino alla ripresa economica del secondo dopoguerra vista attraverso i documenti di un convitto pubblico. Sono presenti piante e disegni di notevole interesse realizzati, tra i secoli XVI-XIX, da ingegneri e agrimensori.

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