Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

La vetrina dei segreti

A cura di Eloisa Azzaro, 10 gennaio 2016

L'Archivio Ildebrando Imberciadori a Castel del Piano

Conferimento dell'incarico di docente in Storia dell'agricoltura
Archivio Imberciadori, busta 5, fascicolo 1

Questi documenti sono conservati presso l'Archivio Ildebrando Imberciadori a Castel del Piano

Ildebrando Imberciadori fu instancabile ricercatore e scrisse oltre un centinaio di saggi in materia di agricoltura. I suoi studi, fondati su ricerche di archivio attente ed approfondite, hanno evidenziato l'importanza della storia dell'agricoltura e in special modo hanno portato alla valorizzazione della storia della campagna grossetana.

Nacque a Castel del Piano il 21 aprile 1902 da una famiglia della media borghesia locale ed esercitò la professione di insegnante e poi di preside in diversi licei della Toscana: fu professore di italiano e latino anche a Grosseto dal 1927 al 1931, e dal 1939, nella stessa città, fu preside all'Istituto magistrale. Primo libero docente di Storia dell'agricoltura insieme ad Emilio Sereni, nel 1968, divenuto professore ordinario, insegnò presso la facoltà di Economia e commercio dell'Università di Parma, fino al 1977, anno del suo pensionamento. Durante la sua lunga attività di studioso Ildebrando Imberciadori fu fondatore della Rivista di storia dell'agricoltura e membro di numerose ed importanti istituzioni culturali, tra cui si ricordano l'Accademia dei Georgofili di Firenze, e l'Accademia senese degli Intronati. Testimoni dei suoi appassionati interessi e del suo attivismo sono alcuni importanti riconoscimenti, come il Grifone d'oro del comune di Grosseto, la medaglia d'oro dell'Accademia dei Georgofili di Firenze e la qualifica di cittadino illustre del comune di Castel del Piano. Morì il 14 aprile del 1995.

L'archivio, che rispecchia l'intensa attività di storico, insegnante e uomo di cultura che Ildebrando Imberciadori ha svolto nell'arco della sua vita, consta in totale di 4 buste, e conserva i documenti raccolti dagli anni '30 fino ai primi anni '90 del secolo scorso da Ildebrando Imberciadori. Le carte sono state oggetto di intervento da parte delle archiviste Elena Vellati e Chiara Luciani nel 2011.

Una prima sezione (I) comprende documenti preparatori che si configurano come vere e proprie bozze, per la maggior parte dei casi successivamente pubblicate, che presentavano segnature precise attribuite già dallo stesso soggetto produttore, come la numerazione progressiva dei fogli o il titolo pressoché definitivo del futuro lavoro.

Fa seguito il carteggio (sezione II), interessante e ricco di significato dell’intero archivio. Questo si compone di circa 700 lettere, che svelano la feconda e fitta rete di relazioni personali e professionali che Imberciadori intrattenne, durante tutto il corso della sua vita con importanti studiosi, personaggi politici e della sfera culturale nella sua più vasta accezione del termine. Le unità della sezione denominata Corrispondenza sono raccolte in singoli fascicoli, sui quali sono riportati indicazione della data topica e cronica per ogni missiva contenuta, i nomi dei mittenti, ed eventuali informazioni notevoli.Dalle lettere emergono i rapporti di amicizia spesso profondi e la reciproca stima che legavano Ildebrando Imberciadori a illustri personaggi della sua epoca quali Amintore Fanfani, Enrico Fermi, conosciuto ai tempi della frequentazione della Scuola Normale di Pisa, Ernesto Sestan, Gioacchino Volpe, Emilio Sereni, Delio Cantimori, Alberto Serpieri, Giuliano Marini, Georges Duby e molti altri. 

Non meno interessante è la sezione di corrispondenza a carattere privato e personale (sezione III) che evidenzia solidi e duraturi rapporti di amicizia, coltivati negli anni con dedizione profonda; è da rimarcare in particolar modo la corrispondenza intercorsa con numerosi degli ex alunni.

Altra sezione (IV) dell'archivio è quella che raccoglie il materiale iconografico conservato da Imberciadori: foto personali e artistiche, scorci curiosi e particolari, utilizzati spesso come mezzo di corredo da integrare alla parte scritta nei lavori successivamente pubblicati.

Vi sono inoltre due sezioni archivistiche: quella che raccoglie le carte personali e familiari del soggetto produttore, fra cui i vari diplomi originali, gli attestati di laurea e i conferimenti di incarichi e di cattedre (sezione V), e quella che raccoglie gli estratti da quotidiani e riviste, raccolti e conservati nel corso degli anni da Imberciadori (sezione VI).

Non può essere infine tralasciata l'ingente quantità di materiale rappresentato dagli appunti, dalle tantissime trascrizioni di documenti medievali e di epoca moderna in materia di giurisprudenza, storia, storia dell'agricoltura e dalle meticolose ricerche effettuate in archivio da Imberciadori, che condussero negli anni alla stesure di prestigiose pubblicazioni, come quella degli Statuti del comune di Montepescali (1427), di Castel Del Piano sul Monte Amiata (1571), di Santa Fiora nel '500 (sezione VII).

Questo archivio rappresenta il primo nucleo di documenti che la famiglia Imberciadori donò nel 2000 al comune di Castel del Piano, insieme alla biblioteca dell'illustre studioso. Ad esso seguì la donazione del materiale relativo allo studio di agrimensori di altri componenti della famiglia. Da questo in particolare emergono le trasformazioni del paesaggio, le coltivazioni, gli assetti della piccola proprietà che consentono al ricercatore la ricostruzione degli assetti economico-sociali del territorio dell'Amiata nella seconda metà del '900. Inoltre l'Istituzione “I. Imberciadori” di Castel del Piano è costantemente impegnata per il recupero di altri archivi locali, che nel complesso rappresentano una ricca testimonianza della storia locale e della vitalità del territorio amiatino.

L'inventario dell'archivio Imberciadori è attualmente in attesa di essere pubblicato, si ringraziano perciò l'archivista Chiara Luciani e Fiora Imberciadori, figlia di Ildebrando, per aver fornito le informazioni e per aver concesso la riproduzione fotografica dei documenti. Il materiale è consultabile presso la sede dell'Istituzione culturale “Ildebrando Imberciadori” a Palazzo Nerucci, Castel del Piano.

Photogallery