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La vetrina dei segreti

A cura di Maria Chiara Berni, 10 gennaio 2015

Un giovane futurista fiorentino. Primo Conti

Autografo di G. Papini a P. Conti
Fondazione Primo Conti, Archivio Conti, AC. 1405

Questo documento è conservato dalla Fondazione Primo Conti, Fiesole

In occasione della Mostra futurista organizzata da “Lacerba” Primo Conti, appena tredicenne, rimane estasiato di fronte alle opere esposte. Così ricorda l’evento: “Facendomi largo a spallate e a colpi di gomito mi portavo da un angolo all’altro di quell’ambiente che mi accoglieva come fossi rientrato da un lungo viaggio, e non potevo fare a meno di urlare, fra tante urla, tutto quello che pensavo e sentivo. Intanto mi accorsi che un gruppo di giovani mi aveva adocchiato e mi veniva dietro senza perdere una mia parola”. Il gruppo era formato da Carrà, Marinetti, Soffici, Palazzeschi e Papini che dedicò al futuro amico e compagno di strada le parole presenti in un autografo in calce alla riproduzione fotografica del quadro di Ardengo Soffici Sintesi di un paesaggio autunnale dove si legge: “Al più giovane e al più intelligente visitatore dell’Esposizione Futurista. Firenze 6 Dicembre 1913”. (cfr. P. Conti, La Gola del merlo, memorie provocate da G. C. Millet, Firenze, Sansoni, 1983, p.30)

Peculiarità principale della Fondazione Primo Conti è quella di ospitare, accanto alle carte anche le opere degli artisti. Ad esempio nel Museo Primo Conti sono conservate opere del 1913, come Mamma che cuce, un olio su tavola dove il tema futurista è presente: la donna che cuce in un interno è affidato al puro segno, e il colore è steso in rapide notazioni direttamente sulla tavoletta. L’idea di partenza di Conti si combina con un’inedita impostazione postimpressionista e fauve, che concilia i due interessi dell’artista in questo periodo.

Dello stesso anno anche un’altra opera, sempre dedicata alla madre, Ritratto con cappello e fiori, un olio su tela, dove la madre è ritratta nello studio del figlio con un mazzo di fiori in mano, è quasi un’immagine di esuberanza primaverile, con cui contrastano lo sguardo austero e il chiuso della stanza.

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