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A cura di Monica Pierulivo e Rachele Bettini, 10 aprile 2016

Un "socialista rivoluzionario" a Piombino: Ezio Bartalini

Il dossier intestato al 'sovversivo' Bartalini

Questi documenti sono conservati presso l'Archivio Storico del Comune di Piombino

 

Presso l'Archivio storico del comune di Piombino si conservano le carte di famiglia e la vasta produzione relativa all’attività politica, pedagogica e giornalistica di Ezio Bartalini, donate nel 1995 dalla figlia Isa, nata proprio a Piombino. Infatti la famiglia Bartalini si trasferì a Piombino nel 1917, dove Ezio aveva ottenuto il posto di direttore della scuola tecnica comunale.

Figlio di Vittorio Bartalini e Ida Migliorini, nacque a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, nel 1884. All’età di 14 anni si trasferisce con i genitori a Genova, città che piaceva molto al padre perché in crescita sia dal punto di vista demografico che urbanistico, e proprio qui Ezio si formerà culturalmente e politicamente. In città all’interno del PSI prevalevano i riformisti di ispirazione positivista e evoluzionista; qui la categoria più forte era quella dei lavoratori portuali e del carbone e fu proprio a Genova che nel 1900 venne eletto primo operaio deputato socialista della storia, Pietro Chiesa, motivo di orgoglio per tutta la classe lavoratrice. Il nuovo secolo quindi sembrava portare speranze e un futuro migliore e proprio in questo contesto Bartalini si iscrisse al Partito Socialista. Grazie alla sua intelligenza e ai suoi studi Ezio riuscì ben presto a distinguersi nel movimento giovanile socialista. E fu qui che propose ai suoi compagni l’idea di fondare una rivista antimilitarista che si voleva porre in modo deciso nel dibattito della sinistra europea, anarchica e socialista, sul ruolo dell’esercito nella società. Così il 2 agosto 1903 uscì il giornale “La Pace”.

Gli effetti della sua attività antimilitarista non tardarono a farsi sentire: nel 1904 il ministro della guerra segnalò al presidente del consiglio Giolitti l’attività del periodico, che secondo il suo parere screditava l’esercito e il suo operato. Così il 1 settembre 1904 la prefettura di Genova decise di aprire un fascicolo intestato a Bartalini che venne cosi schedato come “socialista rivoluzionario”. Ezio resterà nella lista dei “sovversivi” fino al 1945 con frequenti segnalazioni della polizia che seguiranno i suoi spostamenti.

Nell'Archivio Storico piombinese è conservata una copia di questo dossier, in cui si danno informazioni biografiche molto dettagliate, tra cui la statura, la corporatura, il colore dei capelli, il portamento e alcune peculiarità caratteriali che lo distinguevano: viene descritto come un “giovine onesto ben educato, intelligente, studioso e colto…[…] sebbene abbia carattere mite, ad alla apparenza sembri un asceto, non di meno è dotato di un forte spirito di combattività […] è parlatore facile e arguto, e sebbene verso l’autorità si mostri deferente, nella foga del dire ha sempre parole irruenti verso quelli che sono preposti alla conservazione delle patrie istituzioni[…]".

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