Il caso più frequente è che questi numeri di particella siano desunti da una vecchio contratto d'acquisto. Ma attenzione: il numero di particella deve naturalmente essere relativo al Catasto generale toscano e non al catasto attuale, dal momento che non vi è alcuna corrispondenza tra i due catasti. Questo lo si capisce, oltre che dalla data del contratto (anteriore in genere alla prima metà degli anni '60 del Novecento), dal fatto che, se il contratto fa riferimento al Catasto generale toscano, la sezione catastale è indicata mediante una lettera alfabetica ed un toponimo (ma di solito solo con la lettera).
Grazie a questi elementi, si potranno individuare in maniera certa ed univoca sulle mappe le particelle che interessano ma anche, passando sulla serie delle Tavole indicative, rilevare il nome del proprietario di esse al momento dell'attivazione del Catasto particellare (1832-'34), nonché il riferimento al numero di carta del Campione dove si trova la partita di tutti i beni intestati a quel proprietario in quella comunità. È da avvertire che, se la particella individuata sulla mappa non è una particella "originaria" (vale a dire esistente al momento dell'attivazione), ma proveniente da un successivo frazionamento (e individuata di conseguenza non negli Originali e Atlanti, ma nelle serie degli Aggiornamenti mappali), nome del proprietario e riferimento alla partita del Campione (o meglio, in questo caso, del Supplemento), andranno cercati non nelle tavole indicative, bensì nelle Tavole indicative suppletive.
Una volta operato il collegamento numero di particella-mappe-tavole indicative-campioni, sarà possibile seguire il filo della storia della proprietà dell'immobile che interessa, sia venendo verso l'epoca attuale, sia andando a ritroso nel tempo nei più antichi fondi catastali, una volta individuato attraverso il Manuale il collegamento con le serie documentarie del fondo Catasto Lorenese.