L’Archivio dell’Accademia di Belle Arti conserva una ricca ed interessante documentazione che permette di seguire passo per passo le operazioni di confisca dei beni messe in atto, in Toscana, con le soppressioni dei conventi nel periodo napoleonico. A partire dal 29 aprile 1808, quando viene emanata la prima ordinanza francese che decreta la soppressione di tutti i conventi di religiosi e religiose della Toscana (eccetto quelli che si dedicavano alla cura dei malati e all’istruzione pubblica) e dichiara appartenenti alla nazione i loro beni, per attuare il programma di confisca dei suddetti beni e per effettuare un censimento completo e dettagliato dell’immenso patrimonio, nonché per raccogliere e convogliare presso le destinazioni prestabilite tutti quelli indemaniati scelti allo scopo di essere conservati, il governo francese promulga una serie di provvedimenti e l’Accademia svolge un ruolo centrale nell’adempimento del progetto. Per prima cosa, il 6 ottobre 1808, con Decreto dell’Imperiale Giunta dei Sei viene nominata una Commissione presieduta dal direttore delle Gallerie fiorentine col compito di prescegliere i più preziosi Monumenti di Arti e Scienze esistenti nelle Case Religiose Soppresse e contrassegnare col proprio sigillo quelli che saranno ritrovati nei Conventi conservati (il decreto, in copia conforme, è estratto dai Registri delle Deliberazioni della Giunta straordinaria della Toscana, ed è conservato nell’Archivio storico dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, da ora in poi AABBAA, 8.1/1, fasc. 1).
Detta Commissione è costituita da quattro membri, un segretario ed un presidente. In particolare ne fanno parte: il direttore dell’Accademia, Tommaso Puccini, in qualità di Presidente, Francesco del Furia, Francesco Fontani, Francesco Saverio Fabre, Giovan Battista Baldelli e Giovanni Lessi. Si stabilisce che la Commissione, fino ad un minimo di due membri alla volta, debba recarsi subito nei conventi soppressi dove essa verificherà gli oggetti da rinchiudersi, e li farà trasportare nel locale destinato dal Prefetto a fare da deposito (art. 3).
Le carte dell’archivio storico dell’Accademia di Belle Arti ci restituiscono come in un film una narrazione serrata e particolareggiata degli avvenimenti accaduti e talvolta fanno emergere particolari sconosciuti ed importanti per aggiungere alcuni tasselli mancanti di storia.
E’ il caso della famosa opera di Filippo Lippi (e collaboratori) raffigurante la Natività (Adorazione del Bambino) tra san Giorgio e san Vincenzo Ferrer, 1456-1457 circa. Oggi la tempera su tavola, di 158 × 168 cm, è conservata a Prato nel Museo Civico.
Monica Nocentini, Filippo Lippi: un viaggio a Parigi, andata e ritorno, 15, Portale Archivistico Toscano, marzo 2016