Il 24 maggio 1808 la Toscana fu annessa all’impero francese e divisa nei tre dipartimenti dell’Arno, dell’Ombrone e del Mediterraneo, con capoluogo rispettivamente Firenze, Siena e Livorno. La Comunità di Firenze istituita da Pietro Leopoldo nel 1781 divenne così una Mairie, amministrata da un maire nominato direttamente dall’imperatore; la città fu divisa dal maire Emilio Pucci in sei circondari, due a sinistra e quattro e destra del fiume. Oltre al maire vi era un Consiglio comunale che si riuniva una volta all’anno, con solo ruolo consultivo, e un prefetto con mansioni di controllo sull’operato dell’amministrazione nominato dal potere centrale.
I “nuvoloni” – così i fiorentini, con il loro proverbiale spirito critico, chiamarono i francesi in base alla consueta formula iniziale nous voulons dei loro annunci ufficiali fin dall’istituzione del Regno d’Etruria – rimasero a Firenze fino al 1814: il 27 giugno furono abolite le riforme amministrative francesi e rientrarono in vigore i regolamenti leopoldini.
Il fondo della Mairie riunisce gli affari prodotti nel periodo 1808 – 1814 dai vari bureaux, oltre alle deliberazioni del Consiglio, i decreti del maire, i documenti contabili relativi al “così detto octroi, ossia la gabella municipale”, e le leggi.
B. GRAZZINI, Firenze dà i numeri. Case, famiglie e teste all'inizio dell'Ottocento, in Percorsi, 9, Portale Archivistico Toscano, settembre 2015