Arrivato a piazza Vittorio Veneto il canale esce allo scoperto e inizia a fiancheggiare il Parco delle Cascine, passando fra il nuovo Parco della musica e della cultura (per la costruzione del quale c’è stata una recente copertura di un breve tratto del canale stesso), e lo sferisterio comunale. Costeggiato dalla strada che prende il nome proprio dal fosso lo sferisterio fu costruito alla fine dell’Ottocento ed era dedicato al giuoco del pallone con il bracciale. La sua struttura, rimasta unica a Firenze, corrisponde tuttora a quella originaria, anche se negli anni sono stati fatti interventi di miglioramento e manutenzione, in particolare all’alto muro che lo caratterizza, danneggiato da un fulmine nel 1998. Una struttura simile si trovava a Firenze nell’area compresa fra piazza Beccaria e piazza Ghiberti annessa al teatro giardino Alhambra, un locale in stile moresco inaugurato nel 1889 che offriva concerti e spettacoli e che fu abbattuto nel 1961 per costruire la sede de La Nazione.
Proseguendo il suo percorso nel parco il canale arriva al piccolo borgo del Barco, dove alimentava il mulino omonimo. L’edificio diventò nel XVIII secolo sede della Manifattura tabacchi, che si serviva delle macine per la frantumazione del tabacco. Presso questo opificio, rimasto in possesso del demanio a differenza di quelli di Petriolo e di S. Moro, aveva sede anche una fabbrica di acquavite. L’imponente edificio è ancora ben visibile, insieme ad un casello idraulico in cui il 4 gennaio del 2002 morirono carbonizzati due uomini senza fissa dimora, che cercavano riparo dal freddo in un inverno in cui le temperature furono più basse della media. L’incendio fu causato probabilmente da una stufa e provocò il crollo del solaio e di parte del tetto: il casello è ancora pericolante, in stato di abbandono. All’inizio del 2013 invece il vecchio ponticino del Barco è stato abbattuto e in seguito sostituito da un ponte Bailey che favorisce il traffico fra il viale del Pegaso e via Baracca.
Dopo l’acquisto del 1921 il comune ha affittato più volte gli argini del canale, soprattutto nei suoi tratti più lontani dall’abitato urbano, sia a singole persone per il taglio delle erbe o per il deposito di legnami ed altri materiali, che ad istituzioni quali le Ferrovie dello Stato “per ragioni di opportunità nei riguardi delle officine ferroviarie”.
Sottopassato il Mugnone il canale costeggia via dei Vespucci fino ad incrociare via Pistoiese all'altezza della vecchia stazione di trasformazione dell’Enel. Ormai in disuso l'edificio avrebbe dovuto essere in parte demolito e modificato nel 1971 per dare luogo ad un fabbricato da adibire a centro di addestramento professionale della stessa Enel, ma la demolizione e ricostruzione, benchè i permessi siano stati rilasciati, non è mai avvenuta.